Segni convenzionali per proteggere i civili
Per infondere maggiore sicurezza nella popolazione, a fronte di una carenza strutturale da parte degli apparati statali e degli organismi di partito a fronteggiare con mezzi e preparazione adeguate l'emergenza bellica, si provvide a segnalare con apposite scritte tutto quanto potesse facilitare l'individuazione dei rifugi pubblici e gli interventi delle squadre di soccorso o dei pompieri. La presenza di un rifugio era segnalata sui muri cittadini con una freccia contenente l'indirizzo della via e il numero civico dello stabile, mentre l'ingresso con una o due frecce poste nei pressi o ai lati della porta principale. I ricoveri pubblici dovevano essere dotati di almeno un'uscita disicurezza (o soccorso) in modo da garantire un percorso di esodo alternativo, nel caso quello principale fosse rimasto ostruito dalle macerie. La maggior parte dei rifugi, specialmente quelli a grande capienza, erano dotati di più uscite di sicurezza. La ventilazione nei rifugi sotterranei era assicurata da appositi condotti, sigillabili con portelli a tenuta di gas da attivare in caso di attacco con bombe chimiche o a seguito di fuoriuscita di metano. I condotti di ventilazione erano segnalati da frecce sistemate in posizione elevata, allo scopo di aumentarne la visibilità anche in strade ingombre dalle macerie e favorire l'intervento dei soccorritori. Sulle città, oltre agli ordigni esplosivi, venivano sganciate anche bombe incendiarie (i cosiddetti spezzoni) che aumentavano sensibilmente la portata dei danni collaterali. Per facilitare l'opera di spegnimento da parte dei Vigili del fuoco, si prowide a costnuire delle cisfernetemporanee, ad aprire e segnalare i pazzie, soprattutto, a predisporre una capillare rete di idranti.