Le forze in campo
- L’8a Armata poteva contare, all’inizio dell’attacco alla Linea Gotica, su un forza di circa 410.000 uomini suddivisi in 61.000 polacchi del 2° Corpo Polacco, 53.500 canadesi del I° Corpo Canadese, 117.000 inglesi ed indiani del V° Corpo d'Armata britannico, 40.000 neozelandesi, 38.500 anglo-indiani del X° Corpo ed altri 100.000 soldati incluse le 209a e 228a Divisione italiane ausiliari.
- La 5a Armata, sul fronte dell'appennino tosco-emiliano, aveva in forze: il II Corpo ( 34a, 88a e 91a Divisione di fanteria americana; il IV Corpo americani di circa 171.000 uomini (la 1a Divisione Corazzata americana, La 6a Divisione Corazzata Sud Africana, 1a Divisione di fanteria brasiliana (F.E.B.), la 92a Divisione di fanteria negra americana - in arrivo - e la 45a Task Force americana) la 210a Divisione ausiliaria italiana e diverse brigate partigiane oltre alle quattro divisioni del XIII Corpo inglese, per un totale di circa 300.000 uomini. In seguito, nel gennaio del 1945 arrivò in linea anche la 10a Divisione da montagna americana. Punti deboli erano la 92a Divisione e le truppe del corpo di spedizione brasiliano considerate prive di esperienza e non efficaci negli attacchi come ebbe ad ammettere il Generale Mascarenhas de Morais al generale Clark.
In campo tedesco vero la fine di agosto del 1944 il generale Albert Kesselring, al comando del Gruppo di Armate C, poteva disporre di 13 divisioni in linea, di cui la 10a Armata comandata da von Viertinghoff e la 14a Armata comandata da Lemelsen, con una forza di 12.700 soldati cadauna per un totale di circa 98.800 uomini combattenti e 66.300 addetti ai servizi. La riserva era costituita da 7 divisioni. In totale la Linea Gotica era difesa da 339.000 uomini di cui 180.000 combattenti e 159.000 addetti ai servizi.
In definitiva gli alleati potevano contare su una superiorità numerica a cui si aggiungeva una superiorità schiacciante in mezzi, cannoni, navi, carri armati e aerei.
Le forze partigiane nell'estate del 1944, ammontano tra i 50.000 uomini secondo un censimento di Ferruccio Parri (responsabile dell'organizzazione politico-amministrativa della resistenza) e i 70.000 uomini secondo Giorgio Bocca. In Emilia-Romagna sono presenti: l'8a Brigata Garibaldi "Romagna" comandata da "Pietro" (Ilario Tabarri), la 28a Brigata Garibaldi "Gordini" di Ravenna comandata da "Bardi" anche se agli ordini effettivi di "Bullow" (Arrigo Boldrini), la 36a Brigata "Bianconcini" comandata da "Bob" (Luigi Tinti) sul Santerno, la Stella Rossa comandata da "Lupo" (Mario Musolesi) tra i fiumi Setta e Reno e la "Modena" comandata da Armando (Mario Ricci).
Gli alleati non si fidavano molto di queste formazioni di guerriglieri. I timori di una "seconda Grecia" aleggiavano nell'aria. Il ruolo dei partigiani era stato certamente importante e gli alleati sapevano che avrebbero dato il loro contributo anche nell'offensiva finale. Ma con la guerra che ormai era alla fine gli alleati volevano che questo aiuto fosse accuratamente tenuto sotto controllo. Appena i partigiani esaurirono i loro compiti furono disarmati anche perchè il pensiero di migliaia di partigiani armati fino ai denti che si muovevano per le città del nord Italia dichiarando che la rivoluzione era alle porte era una prospettiva che agli alleati e l'amministrazione militare d'occupazione non avevano nemmeno il coraggio di prendere in considerazione e, quali che fossero le probabilità, era un rischio che non intendevano correre. Il pensiero di domare una eventuale insurrezione armata dopo la lunga e sanguinosa campagna contro Germania e RSI non era piacevole.
Dall'estate del 44 le azioni partigiane iniziarono a creare problemi ai tedeschi che subirono, in due mesi, 5.000 morti e tra i 7.000 e 25.000 feriti a seconda delle fonti. La lotta antipartigiana fu principalmente devoluta ai soldati della R.S.I. i cui effettivi, a settembre del 44 secondo l'OKW tedesco, assommavano a circa 498.000 uomini tra esercito (143.000), Marina (26.000), Aereonautica (79.000), SS italiane (10.000) tra cui la 29a SS Granatieri Italiani, volontari nei reparti tedeschi (90.000) e nella GNR (150.000) tra cui la Divisione "Etna". Tra le formazioni più in vista che combatterono con i tedeschi: sul fronte adriatico il Battaglione Lupo della X Mas e le Legioni 'M' "Guardia del Duce" e "Tagliamento" oltre all’8° Bersaglieri "Manara"; sul fronte tirrenico l’Armata Liguria, comandata dal Maresciallo Rodolfo Graziani, era composta dalla 3a Divisione di Marina S.Marco, la 4a Divisione Alpina Monterosa e la 1a Divisione Bersaglieri Italia tutte addestrate in Germania.