L'ALIMENTAZIONE DEI SOLDATI NELLE GUERRE MONDIALI. Di G. Gandolfi
Uno degli argomenti meno trattati nella ampia letteratura dei conflitti del XX secolo è certamente la necessaria logistica occorrente alle truppe di prima linea, già duramente impegnate nei combattimenti ed, in seguito, in avanzate lampo che rendevano la catena dei rifornimenti lunga e vulnerabile.
Nella Prima Guerra Mondiale la guerra di trincea, nella sua massima espressione di stazionamento, consentì un più agevole approvvigionamento ma l'alto numero di soldati coinvolti e la scarsa cognizione del problema costituì un'enorme difficoltà per i soldati, che si trovarono per mesi stipati nella buie e fangose trincee, a pochi metri da quelle nemiche, sotto il tiro costante delle opposte artiglierie e in balia delle terribili armi chimiche.
Non solo i soldati patirono quindi la fame ma le privazioni furono terribili anche nella popolazione civile coinvolta necessariamente da conflitti che infiammavano tutta l'Europa. A peggiorare la situazione contribuirono gli eventi climatici certamente più duri rispetto ai giorni nostri e le dotazioni di vestiario insufficienti ed inadeguate sono rimaste tristemente celebri nei combattimenti invernali, in zone di montagna e in paesi dal clima estremo.
Gli eserciti da sempre trovano di che sfamarsi nelle regioni occupate e nella Prima Guerra Mondiale questo ha avuto il suo culmine sui campi di battaglia francesi ed italiani dove l'asprezza dello scontro, unita a tattiche di guerra arretrate, portò alla decimazione di interi eserciti, scarsamente addestrati ed equipaggiati, con la conseguente esasperazione che si ripercuoteva giornalmente sui civili presenti e sulle loro proprietà.
La condizione di milioni di soldati, in questa situazione, travalicava in comportamenti che la disciplina militare faticava a frenare ed il logoramento di una guerra, impostata sullo statico scontro frontale, fece il resto. In questo contesto, parlare di approvvigionamenti nella Prima Guerra Mondiale è assai difficile e le testimonianze che ci sono pervenute dai racconti lasciati dai soldati sono terribili e di difficile immaginazione, considerando anche l'aspetto igienico dovuto all'impossibilità di lavarsi, all'assenza di servizi, all'ammasso di cose abbandonate e di cadaveri in putrefazione.
I soldati mangiavano quando arrivava il rancio dalle retrovie, spesso assai lontane, e portato a spalla o con l'aiuto di muli in contenitori metallici con conseguente raffreddamento ed inquinamento del contenuto. L'utilizzo di razioni in scatola era ancora assai raro e le condizioni igienico sanitarie fecero altrettante vittime delle pallottole. I pidocchi, il freddo estremo di alcuni fronti e le malattie erano un altrettanto acerrimo nemico in un periodo dove si poteva facilmente morire per un raffreddore o per malattie oggi considerate innocue.
Si può quindi capire come questa situazione avvilisse lo spirito, in un contesto già duro da sopportare per soldati dall'età poco più che adolescenziale. Se per l'esercito invasore era più difficile nutrire i propri soldati con efficienza, per i difensori la quantità non era spesso un problema, ma il cibo era di scarso apporto nutrizionale e l'acqua spesso inquinata tanto che la bevanda più utilizzata era il vino al quale era dedicata ampia parte della paga del soldato.
I fabbricanti erano vari ma quello più conosciuto ancora oggi è la Kellogg Company di Battle Creek in Michigan.
La razione K fu messa a punto nel 1941, su richiesta del Ministero della Guerra, dal nutrizionista Ancel Keys (K come Keys), docente della facoltà di medicina dell'università del Minnesota, studioso del legame tra grassi saturi e malattie cardiovascolari e sostenitore della dieta mediterranea. Le indicazioni erano chiare: progettare una razione giornaliera di tre pasti economica, tascabile, leggera (in termini di peso) e dall'alto valore calorico. Il suo scopo sarebbe stato nutrire i soldati lontani dal campo, in missione o in situazioni d'emergenza.
Il contenuto era composto da carne in scatola, biscotti, crackers, barrette di cioccolata o cereali, caffè in polvere, formaggio, frutta secca. Successivamente il National Reserach Council modificò leggermente gli alimenti suggeriti da Keys e fece alcune aggiunte fondamentali come: fiammiferi, sigarette, apriscatole, preservativi, carta igienica e pasticche per depurare l' acqua. Il nuovo tipo di razione individuale doveva non essere deperibile e pronto per il consumo; doveva facilmente essere trasportato nelle tasche dei soldati nel corso di operazioni di combattimento di breve durata oltre a fornire le sufficienti calorie giornaliere (circa 2.830), per un periodo comunque non superiore ai 15 giorni.
Nella Prima Guerra Mondiale la guerra di trincea, nella sua massima espressione di stazionamento, consentì un più agevole approvvigionamento ma l'alto numero di soldati coinvolti e la scarsa cognizione del problema costituì un'enorme difficoltà per i soldati, che si trovarono per mesi stipati nella buie e fangose trincee, a pochi metri da quelle nemiche, sotto il tiro costante delle opposte artiglierie e in balia delle terribili armi chimiche.
Non solo i soldati patirono quindi la fame ma le privazioni furono terribili anche nella popolazione civile coinvolta necessariamente da conflitti che infiammavano tutta l'Europa. A peggiorare la situazione contribuirono gli eventi climatici certamente più duri rispetto ai giorni nostri e le dotazioni di vestiario insufficienti ed inadeguate sono rimaste tristemente celebri nei combattimenti invernali, in zone di montagna e in paesi dal clima estremo.
Gli eserciti da sempre trovano di che sfamarsi nelle regioni occupate e nella Prima Guerra Mondiale questo ha avuto il suo culmine sui campi di battaglia francesi ed italiani dove l'asprezza dello scontro, unita a tattiche di guerra arretrate, portò alla decimazione di interi eserciti, scarsamente addestrati ed equipaggiati, con la conseguente esasperazione che si ripercuoteva giornalmente sui civili presenti e sulle loro proprietà.
La condizione di milioni di soldati, in questa situazione, travalicava in comportamenti che la disciplina militare faticava a frenare ed il logoramento di una guerra, impostata sullo statico scontro frontale, fece il resto. In questo contesto, parlare di approvvigionamenti nella Prima Guerra Mondiale è assai difficile e le testimonianze che ci sono pervenute dai racconti lasciati dai soldati sono terribili e di difficile immaginazione, considerando anche l'aspetto igienico dovuto all'impossibilità di lavarsi, all'assenza di servizi, all'ammasso di cose abbandonate e di cadaveri in putrefazione.
I soldati mangiavano quando arrivava il rancio dalle retrovie, spesso assai lontane, e portato a spalla o con l'aiuto di muli in contenitori metallici con conseguente raffreddamento ed inquinamento del contenuto. L'utilizzo di razioni in scatola era ancora assai raro e le condizioni igienico sanitarie fecero altrettante vittime delle pallottole. I pidocchi, il freddo estremo di alcuni fronti e le malattie erano un altrettanto acerrimo nemico in un periodo dove si poteva facilmente morire per un raffreddore o per malattie oggi considerate innocue.
Si può quindi capire come questa situazione avvilisse lo spirito, in un contesto già duro da sopportare per soldati dall'età poco più che adolescenziale. Se per l'esercito invasore era più difficile nutrire i propri soldati con efficienza, per i difensori la quantità non era spesso un problema, ma il cibo era di scarso apporto nutrizionale e l'acqua spesso inquinata tanto che la bevanda più utilizzata era il vino al quale era dedicata ampia parte della paga del soldato.
Ad integrare i pasti erano utilizzate gallette, cioccolato e liquori ed il tutto era scaldato con ogni possibile produttore di fuoco con prevalenza di fornelletti alimentati a paraffina. I contenitori erano i più vari e tutto ciò che era disponibile veniva utilizzato, compresi elmetti e scatole di munizioni in metallo oltre alla tradizionale gavetta.
Di frequente ampie offensive costringevano gli eserciti ad arretrare di poche centinaia di metri per poi, dopo pochi giorni, riconquistare le stesse posizioni con perdite indicibili: questo portava al frettoloso trasporto di quanto strettamente indispensabile alla sopravvivenza ed al frequente scambio di materiale tra le fazioni opposte.
Di frequente ampie offensive costringevano gli eserciti ad arretrare di poche centinaia di metri per poi, dopo pochi giorni, riconquistare le stesse posizioni con perdite indicibili: questo portava al frettoloso trasporto di quanto strettamente indispensabile alla sopravvivenza ed al frequente scambio di materiale tra le fazioni opposte.
Con il proseguo della guerra, i Comandi capirono l'importanza dei rifornimenti sul morale delle truppe ed un certo sviluppo di essi, sebbene di pessima qualità, portò al miglioramento delle condizioni di vita, che rimanevano comunque estreme: le ripercussioni sui civili, presenti nelle zone di guerra, erano pesanti e spesso venivano saccheggiati dei loro pochi averi e del bestiame necessario al traino dei mezzi militari e all'alimentazione.
La primavera migliorava lo stato generale ma la grande tragedia rimase sempre la condizione dei prigionieri di guerra, che morirono in grande quantità di stenti e malattie, nei luoghi di fortuna dove venivano ammassati. In queste condizioni furono condotte offensive e controffensive in una guerra che decimò la popolazione europea come mai era successo in passato e non venne eguagliato dal successivo conflitto mondiale.
La primavera migliorava lo stato generale ma la grande tragedia rimase sempre la condizione dei prigionieri di guerra, che morirono in grande quantità di stenti e malattie, nei luoghi di fortuna dove venivano ammassati. In queste condizioni furono condotte offensive e controffensive in una guerra che decimò la popolazione europea come mai era successo in passato e non venne eguagliato dal successivo conflitto mondiale.
In questo disperato insieme di ricordi ed esperienze, si inserì la Seconda Guerra Mondiale, che differiva dalla precedente nel più ampio movimento degli eserciti: in questo contesto l'efficienza delle retrovie e dei rifornimenti era ben presente ai Comandi. Se si analizza il numero di combattenti degli eserciti, si può verificare spesso un numero di addetti pari ai combattenti di prima linea: questo fenomeno divenne ancora più evidente quando le innovative tattiche di guerra e l'estensione del conflitto costrinsero le retrovie ad approvvigionare una prima linea ogni giorno più lontana di decine di chilometri.
Ovviamente i progressi tecnologici nei trasporti, nella medicina e nella conservazione degli alimenti portarono grossi benefici, in una guerra comunque dagli effetti tragici e caratterizzata da perdite enormi. In questo contesto fece una grande differenza la possibilità dell'esercito americano di mettere in campo un potenziale industriale rapidamente convertito allo sforzo bellico e una generazione di soldati non tanto provata dal tardivo intervento nel precedente conflitto.
Durante la Seconda Guerra Mondiale è notoria l'abbondanza di rifornimenti e la fenomenale organizzazione logistica che seguiva l'avanzata dei soldati sempre preceduta da terribili bombardamenti sul nemico. La superiorità aerea svolse inoltre un gioco determinante, tanto che per gli avversari muoversi di giorno era impossibile e solo a scapito di perdite di mezzi e uomini che, con il protrarsi del conflitto, diventavano impossibili da colmare. Inoltre i rifornimenti degli opposti eserciti dell'Asse rimasero improntati molto sullo scatolame e sulla preparazione locale del rancio a danno sempre delle popolazioni occupate: all'inizio con atteggiamenti concilianti e risarcitori poi, con il deterioramento del conflitto, con comportamenti normalmente dediti alla razzia ed alla devastazione, di normale amministrazione giornaliera, culminati in episodi tristemente noti per la violenza e la inumana ferocia.
Ovviamente i progressi tecnologici nei trasporti, nella medicina e nella conservazione degli alimenti portarono grossi benefici, in una guerra comunque dagli effetti tragici e caratterizzata da perdite enormi. In questo contesto fece una grande differenza la possibilità dell'esercito americano di mettere in campo un potenziale industriale rapidamente convertito allo sforzo bellico e una generazione di soldati non tanto provata dal tardivo intervento nel precedente conflitto.
Durante la Seconda Guerra Mondiale è notoria l'abbondanza di rifornimenti e la fenomenale organizzazione logistica che seguiva l'avanzata dei soldati sempre preceduta da terribili bombardamenti sul nemico. La superiorità aerea svolse inoltre un gioco determinante, tanto che per gli avversari muoversi di giorno era impossibile e solo a scapito di perdite di mezzi e uomini che, con il protrarsi del conflitto, diventavano impossibili da colmare. Inoltre i rifornimenti degli opposti eserciti dell'Asse rimasero improntati molto sullo scatolame e sulla preparazione locale del rancio a danno sempre delle popolazioni occupate: all'inizio con atteggiamenti concilianti e risarcitori poi, con il deterioramento del conflitto, con comportamenti normalmente dediti alla razzia ed alla devastazione, di normale amministrazione giornaliera, culminati in episodi tristemente noti per la violenza e la inumana ferocia.
In questo ambito è fondamentale capire lo studio approfondito che fu svolto dalle industrie alimentari americane, per poter ben supportare il fante al fronte, lontano da casa migliaia di chilometri, e dargli il necessario apporto di calorie, in una giornata tipo, non certo da normale lavoratore di fabbrica o turista.
Sono famose, in assoluto, le varie dotazioni dell'esercito americano di ogni tipo di confezione, cioccolata, caramelle, sigarette ed ogni genere di conforto possibile, che furono di fondamentale supporto non solo per i combattenti ma anche per le popolazioni liberate nel corso del conflitto e nell'immediato dopo guerra. La logistica americana prevedeva il celere rifornimento della prima linea ma l'efficienza dei trasporti navali dall'America, quelli su strada dietro il fronte ed il relativo approvvigionamento di benzina non prendevano in considerazione lo spostamento delle migliaia di tonnellate di viveri localmente scaricati, che venivano regolarmente abbandonati sul posto, in seguito all'avanzamento delle Divisioni sul campo di battaglia.
Questo fu di grande giovamento per alleviare, in parte, gli enormi patimenti delle popolazioni liberate e dar loro conforto, oltre a fornire una grande quantità di legname da bruciare per scaldarsi utilizzando le casse che originariamente contenevano i rifornimenti. Questa efficienza, inoltre, si esplicava nella possibilità del soldato al fronte di ricevere velocemente posta, giornali e generi di conforto dalle famiglie in America, spediti solo pochi giorni prima da casa con notevoli benefici sul morale.
Questo fu di grande giovamento per alleviare, in parte, gli enormi patimenti delle popolazioni liberate e dar loro conforto, oltre a fornire una grande quantità di legname da bruciare per scaldarsi utilizzando le casse che originariamente contenevano i rifornimenti. Questa efficienza, inoltre, si esplicava nella possibilità del soldato al fronte di ricevere velocemente posta, giornali e generi di conforto dalle famiglie in America, spediti solo pochi giorni prima da casa con notevoli benefici sul morale.
A supporto di quanto detto, è giusto analizzare la base del rancio giornaliero del soldato americano, basato principalmente su confezioni di metallo, di vario genere e buona qualità, di dimensioni adatte al numero di uomini da nutrire. E' normale trovare, nelle postazioni occupate da fanti americani, una vasta tipologia di resti di scatolame di carne, formaggi, marmellate sino al pesce e noccioline. Inoltre a supporto buste di caffè, vitamine e bevande solubili in acqua atte a dare al combattente rinnovate energie e conforto psicologico.
Tuttavia la vera base dell'alimentazione del soldato americano, soprattutto durante l'azione e lontano da altre vie di approvvigionamento, sono state le razioni K, costituite da scatole di cartone sigillate ed impermeabili, contenenti adeguati alimenti ad apporto calorico e generi di conforto necessari rispettivamente alla colazione, al pranzo ed alla cena.
Tuttavia la vera base dell'alimentazione del soldato americano, soprattutto durante l'azione e lontano da altre vie di approvvigionamento, sono state le razioni K, costituite da scatole di cartone sigillate ed impermeabili, contenenti adeguati alimenti ad apporto calorico e generi di conforto necessari rispettivamente alla colazione, al pranzo ed alla cena.
Nella confezione marrone per la colazione erano contenuti: una scatoletta di prosciutto/uova/carne di vitello, una barretta di frutta, una confezione di caffè liofilizzato, biscotti, tre zollette di zucchero, gomme da masticare ed una piccola confezione di sigarette.
Nella confezione verde per il pranzo si trovavano: una scatoletta di formaggio/prosciutto, biscotti, latte in polvere, succo di frutta in polvere, tre zollette di zucchero.
In quella blu per la cena venivano forniti: una scatoletta di carne di pollo o maiale con contorno di carote, patate o altri vegetali, biscotti, due barrette di cioccolata, zuppa in polvere o in cubetti, tre zollette di zucchero e fiammiferi.
Nella confezione verde per il pranzo si trovavano: una scatoletta di formaggio/prosciutto, biscotti, latte in polvere, succo di frutta in polvere, tre zollette di zucchero.
In quella blu per la cena venivano forniti: una scatoletta di carne di pollo o maiale con contorno di carote, patate o altri vegetali, biscotti, due barrette di cioccolata, zuppa in polvere o in cubetti, tre zollette di zucchero e fiammiferi.
I fabbricanti erano vari ma quello più conosciuto ancora oggi è la Kellogg Company di Battle Creek in Michigan.
La razione K fu messa a punto nel 1941, su richiesta del Ministero della Guerra, dal nutrizionista Ancel Keys (K come Keys), docente della facoltà di medicina dell'università del Minnesota, studioso del legame tra grassi saturi e malattie cardiovascolari e sostenitore della dieta mediterranea. Le indicazioni erano chiare: progettare una razione giornaliera di tre pasti economica, tascabile, leggera (in termini di peso) e dall'alto valore calorico. Il suo scopo sarebbe stato nutrire i soldati lontani dal campo, in missione o in situazioni d'emergenza.
Il contenuto era composto da carne in scatola, biscotti, crackers, barrette di cioccolata o cereali, caffè in polvere, formaggio, frutta secca. Successivamente il National Reserach Council modificò leggermente gli alimenti suggeriti da Keys e fece alcune aggiunte fondamentali come: fiammiferi, sigarette, apriscatole, preservativi, carta igienica e pasticche per depurare l' acqua. Il nuovo tipo di razione individuale doveva non essere deperibile e pronto per il consumo; doveva facilmente essere trasportato nelle tasche dei soldati nel corso di operazioni di combattimento di breve durata oltre a fornire le sufficienti calorie giornaliere (circa 2.830), per un periodo comunque non superiore ai 15 giorni.
Ancel Benjamin Keys nacque a Colorado Springs il 24 gennaio 1904 e morì a Minneapolis il 20 novembre 2004 due mesi prima di compiere 101 anni.
In conclusione, appare assai chiaro che gli eventi terribili dei due conflitti mondiali, soprattutto il secondo, furono un insieme di eventi assai difficilmente ripetibili ai giorni nostri, nella forma in cui si svilupparono. La guerra è un periodo tremendo per gli uomini nel quale la tecnologia si evolve in maniera esponenziale con una velocità ineguagliabile in tempo di pace: qualcuno disse che ad ogni guerra si scoprono innumerevoli modi nuovi per uccidere il tuo avversario e questo è certamente un dato di fatto.
La tecnologia militare, come sempre, è trampolino di lancio per l'evoluzione dell'uomo in campi industriali civili e questo è ancora oggi valido in assoluto. Nei nostri tempi la vera guerra è combattuta su terreni economici e finanziari ma i focolai di ostilità tradizionali nel mondo sono ancora vari e inestinguibili. Spesso ancora oggi un soldato, durante una breve pausa del combattimento, estrae una busta di ultima generazione, contenente alimenti ad alto contenuto calorico, provando una breve ma intensa sensazione di conforto e pensando a come sarebbe bello mangiare cibo tradizionale nella sua terra, insieme ai suoi cari.
Ancel Benjamin Keys, ideatore della razione K, ne sarebbe giustamente orgoglioso … il sibilo di una pallottola proveniente dalla parte nemica cancella immediatamente questo intimo pensiero.
La tecnologia militare, come sempre, è trampolino di lancio per l'evoluzione dell'uomo in campi industriali civili e questo è ancora oggi valido in assoluto. Nei nostri tempi la vera guerra è combattuta su terreni economici e finanziari ma i focolai di ostilità tradizionali nel mondo sono ancora vari e inestinguibili. Spesso ancora oggi un soldato, durante una breve pausa del combattimento, estrae una busta di ultima generazione, contenente alimenti ad alto contenuto calorico, provando una breve ma intensa sensazione di conforto e pensando a come sarebbe bello mangiare cibo tradizionale nella sua terra, insieme ai suoi cari.
Ancel Benjamin Keys, ideatore della razione K, ne sarebbe giustamente orgoglioso … il sibilo di una pallottola proveniente dalla parte nemica cancella immediatamente questo intimo pensiero.