Il libro Sulle orme di mio Padre
La vita può essere capita solo all’indietro, ma va vissuta in avanti
( Kierkegaard )
Possiamo essere liberi solo se tutti lo sono.
(Hegel)
La seconda guerra mondiale ha prodotto un numero infinito di libri, film, fotografie e documentari in bianco e nero che ci hanno presentato la ricostruzione degli eventi dal punto di vista del reporter di guerra, che deve fotografare e stupire, mentre coglie il momento eroico di chi riesce a sopravvivere oppure di chi è morto o sta per morire.
Immagini fredde come è la guerra.
Questo libro, pensiamo per la prima volta, offre una testimonianza del quotidiano sia dei soldati che hanno combattuto nelle nostre terre sia della popolazione incontrata, attraverso gli occhi di un uomo che ha rischiato tutti i giorni la vita in una terra straniera, lontana da casa e in mezzo a una popolazione con cultura e usanze sconosciute.
La testimonianza è resa unica dalle immagini a colori, rare per quel tempo, soprattutto in Italia, e dal calore che i particolari riescono a trasmettere.
L’idea di questo libro è nata nel corso di una delle periodiche visite in Italia dei Veterani della 10° Divisione da Montagna, avvenuta nel Maggio 2006 nei territori dove combatterono oltre 60 anni fa tra Fanano, Vidiciatico di Lizzano in Belvedere, Gaggio Montano, Iola di Montese e Castel d’Aiano.
Nel corso della visita al museo di Iola di Montese, in alcune sale ove sono esposti cimeli originali della 10° Divisione da Montagna, Val Rios, figlio di Cruz Rios arruolato come mortaista nella compagnia K del 3° Battaglione 87° Reggimento della 10° Divisione da Montagna, ci ha mostrato le foto che ora compongono questo libro. E’ nata così, con entusiasmo, la voglia di condividere quelle immagini, con i cultori di storia e gli appassionati degli avvenimenti che hanno contraddistinto e segnato quel periodo storico.
Stupiscono le foto a colori, ritenute dai più impossibili per quel periodo.
I fatti sono questi: Cruz Rios acquistò da un altro soldato a Camp Swift in Texas, dove si perfezionò l’addestramento della 10a Divisione da Montagna, una fotocamera Argus C2 da 35mm, prodotta in America tra il 1938 e il 1942, ed alcuni rullini di pellicola a colori Kodachrome, disponibile in America dal 1935, che portò con sé in Italia.
Supponeva che non fosse possibile utilizzare una fotocamera durante i combattimenti, ma ebbe cura di non farla mai vedere agli ufficiali. Finiti i rullini di pellicola li spedì, di volta in volta, a casa. Solo dopo la fine della guerra, al suo ritorno, poté vedere le foto che aveva scattato in Italia.
Vogliamo ringraziare Cruz Rios per la testimonianza di vita e le stupende immagini che ha voluto e saputo cogliere, ed il figlio Val, nonché tutta la sua famiglia, per la disponibilità a pubblicare queste fotografie, uniche, che ripercorrono il viaggio, prima di un uomo poi di un soldato, dal Texas, passando per le nostre Terre, sino in Slovenia.
Cruz F. Rios ha vissuto a Fresno in California ed è morto il 25 maggio 2016 a 98 anni.
Andrea e Giuliano Gandolfi