La Kriegsmarine, U-Boot e corazzate tascabili

     Il trattato di Versilles aveva imposto alla Germania di non poter dotarsi di sommergibili e limitato a 10.000 tonnellate il dislocamento delle nuove navi. Iniziò così la costruzione delle cosiddette "corazzate tascabili". La più famosa è stata la Admiral Graf Spee che, progettata nel 1932, entrò in servizio nel gennaio del 1936 e, dopo la Battaglia del Rio de la Plata, il suo comandante, in accordo con gli ufficiali, diede ordine di autoaffondarla il 17 dicembre 1939 al limite delle acque territoriali di fronte al porto di Montevideo. Ad essa si affiancarono le gemelle Deutschland e Admiral Scheer progettate rispettivamente nel 1928 e nel 1931 ed entrate in servizio nel 1933 e nel 1934. Erano navi con un dislocamento di circa 12.000 tonnellate ovvero circa 16.000 a pieno carico e potevano raggiungere una velocità di 29/30 nodi. Compatte ma tecnologicamente avanzate le loro prestazioni erano almeno pari alle classiche corazzate dell'epoca. Erano dotate di sei cannoni da 28 cm in due torri trinate, 8 cannoni da 15 cm, 8 cannoncini da 3,7 cm su quattro impianti binati e 10 mitragliatrici da 2 cm.   

Scharnhorstb     Nel giugno del 1935 venne firmato un trattato tra l'Inghilterra e la Germania che permetteva a quest'ultima di dotarsi di sommergibili e tipi di navi che il trattato di Versailles le aveva proibito. Unica limitazione: la forza della Marina tedesca non doveva superare il 35% di quella inglese.
Conseguentemente furono messi in cantiere due incrociatori da battaglia: lo Scharnhorst e il Gneisenau.
Entrarono in servizio prima dell'inizio della guerra, rispettivamente nel gennaio del 1939 e nel maggio del 1938.
Erano battelli con un dislocamento di 32.000 tonnellate ovvero 39.000 a pieno carico e potevano raggiungere una velocità di 31 nodi.
     Avevano in dotazione nove cannoni da 28 cm in tre torri trinate, 12 cannoni da 15 cm in quattro torri binate e 4 singole, 14 cannoni da 10,5 cm in sette torri binate, 16 cannoncini da 3,7 cm su otto impianti binati e 38 mitragliatrici da 2 cm.

Graf Zeppelin marzo 1940b     All'entrata in guerra l'obbiettivo strategico della Kriegsmarine era l'affondamento del maggior tonnellaggio possibile di navi mercantili che, provenienti dalle colonie d'oltremare e dagli Stati Uniti, rifornivano l'Inghilterra di equipaggiamenti e materie prime; la riduzione dei rifornimenti avrebbe così potuto causare gravi difficoltà alle capacità di resistenza dell'Impero Britannico portandolo alla resa.
     Nel 1939 la Marina tedesca contava tre "corazzate tascabili", due incrociatori da battaglia, otto incrociatori e 22 cacciatorpediniere. Le due corazzate Bismark e Tirpitz entrarono in servizio a guerra iniziata, rispettivamente nell'agosto del 1940 e nel febbraio del 1941. Il loro dislocamento era di 42.000 tonnellate ovvero circa 52.000 a pieno carico e potevano sviluppare una velocità di 30 nodi. Il loro armamento consisteva in otto cannoni da 38 cm in quattro torri binate, 12 cannoni da 15 cm in sei torri binate, 16 cannoni da 10,5 cm in otto torri binate, 16 cannoncini da 3,7 cm su otto impianti binati e 46 mitragliatrici da 2 cm oltre a 8 tubi lanciasiluri da 533 mm. Nell'agosto del 1940 entrò in servizio anche l'incrociatore pesante Prinz Eugen di 15.000 tonnellate e durante la guerra altre 15 cacciatorpediniere.
La portaerei Graf Zeppelin non venne mai terminata.

Corazzata Bismarck in battagliab     Le navi da battaglia della Marina tedesca erano superiori per corazzatura, alcune navi britanniche furono affondate dai colpi delle corazzate e degli incrociatori pesanti tedeschi che avavvano forato la corazzatura orizzontale sino alla santabarbara causando l'esplosione dei depositi di munizioni, e in qualità dei sistemi di puntamento ma le corazzate non ebbero grande fortuna contro la flotta britannica, in particolare la Bismark che fu affondata il 27 maggio 1941, rimasta praticamente immobile a causa del blocco del timone causato dal siluro di un aereosilurante, dopo avere incassato quasi 400 colpi da parte del grosso della flotta britannica tra cui le corazzate Rodney e King George V.

Le principali azioni furono però sviluppate dalla Marina tedesca sotto la superfice dei mari.


     La minaccia degli U-Boot tedeschi impegnò la marina Britannica, prima, e quella degli Stati Uniti, poi, nella scorta dei convogli di rifornimenti che attraversavano l'oceano Atlantico diretti verso l'Inghilterra e, in un secondo momento, verso l'Unione Sovietica. A seguito del trattato del 1935 tra Inghilterra e Germania quest'ultima poteva avere una flotta di sottomarini pari al 45% di quella inglese. I primi sottomarini erano progettati per operare in superfice immergendosi temporaneamente per sferrare un attacco o per non essere individuato e gli affondamenti di navi da carico nemiche avvenivano spesso a cannonate piuttosto che con i siluri. I sottomarini oceanici modello VIIC, il modello cardine durante la guerra, erano angusti e claustofobici con un dislocamento in immersione di 886 tonnellate, erano lunghi quasi 67 metri, avevavo cinque tubi lanciasiluti da 533 mm e 14 siluri. In emersione sviluppava una velocità di 17 nodi che scendeva a 7,5 nodi in immersione utilizzando i motori elettrici.  Erano dotati di un cannone da 8,8 cm e da una mitragliatrice da 2 cm.

U203b      Dopo la resa della Francia gli U-Boot poterono operare dalle basi oceaniche, sulla costa atlantica francese, di Lorient e Saint Nazaire senza dovere correre il rischi di essere intercettati e affondati dalla Royal Navy nel canale della Manica o essere bloccati nelle basi in Germania come nella Prima Guerra Mondiale. L'Inghiterra, di contro, non si era dotata di aerei di pattugliamento con autonomia sufficiente a coprire l'oceano atlantico e un po' tutte le marine, incluso la Royal Navy, non consideravano i sommergibili una minaccia vera e propria. Quando iniziò la guerra le navi mercantili furono da subito raggruppate in convogli scortati da aerei, fin dove possibile, e da navi militari antisommergibile ma i Servizi della Marina tedesca erano in grado di decodificare i messaggi della marina mercantile inglese per cui sapendo dove si sarebbero formati i convogli un sottomarino li avrebbe seguiti in attesa che altri raggiungessero la zona per poi attaccarlo in una formazione denominata branco di lupi. A cavallo tra il 1940 ed il 1941 i sommergibili oceanici, con la tattica del branco di lupi, e la Luftwaffe, con gli aerei a lungo raggio FW200, affondarono centinaia di migliaia di tonnellate di naviglio.

catalina PBY1     Verso la metà del 1941 gli inglesi si dotarono di aerei pattugliatori a più lungo raggio, tra cui i Catalina americani ceduti all'Inghilterra in base alla legge Affitti e Prestiti, e sottoposero gli equipaggi a specifici ed intensivi addestramenti ottendo in cambio un sensibile miglioramento nella difesa dei convogli. Difesa che venne migliorata in mare grazie all'aumento delle navi di scorta, ed anche all'entrata in servizio di cacciatorpedinieri statunitensi ceduti alla Royal Navy, dal miglioramento del sonar, dalla disponibilità del radar, che era in grado di intercettare i sommergibili in superfice, e all'inevitabile addestramento antisommergibile. Nel dicembre del 1941 iniziò la scorta ai convogli anche la portaerei Audacity. 

     Viste le difficoltà crescenti in nord Atlantico l'azione degli U-Boot, cominciò a spostarsi, agli inizi del 1942 verso le coste orientali degli Stati Uniti che erano entrati in guerra dopo l'attacco Giapponese a Pearl Harbor. La marina americana fu colta completamente impreparata: i tedeschi erano in grado di interecettare tutto il traffico radio mercantile, le navi navigavano con le luci accese e la costa era illuminata dalle luci nelle strade e nelle abitazioni. Fu un disastro. In sei mesi furono affondate oltre 3.500.000 di tonnellate di naviglio.

     Dalla fine del 1942, oltre alle navi militari di scorta, i convogli erano dotati di navi di supporto in grado di dare la caccia agli U-Boot e la copertura aerea era garantita dai bombardieri B-24 Liberator, appena entrati in servizio, dotati di radar di ultima generazione: questi erano in grado di individuare il piccolo snorkel di un U-Boot in immersione a quota periscopica che stava cambiando l'aria e ricaricando le batterie. Nonostante l'invenzione dei siluri acustici i tedeschi avevano ormai perso la corsa alla tecnologia ed in ciò vennero sovrastati anche tatticamente dagli alleati che ormai affondavano più sommergibili di quanto la cantieristica navale tedesca era in gradi di produrre anche a seguito dei bombardamenti alleati sulle fabbriche e cantieri francesi.

La Germania produsse oltre 1.100 sommergibili perdendone quasi 790 ma sopratutto si stima persero la vita 30.000 marinai imbarcati sugli U-Boot.

Un Mattone per il Museo

Un Mattone per il Museo è il titolo di una iniziativa che prevede l'ampliamento del sistema museale attraverso la costruzione di una nuova struttura di circa 350 mq che diverrà il contenitore delle collezioni relative alla seconda guerra mondiale: Memorie d'Italia. 1939-1945. All'interno del documento Un Mattone per il Museo è visionabile anche un breve filmato in rendering che anticipa la bozza dell'allestimento interno.

Galleria foto di Bologna

Galleria dedicata a una serie di 21 fotografie a colori e inedite della Città di Bologna scattate nel luglio del 1945 da Bill Ferguson in servizio presso il distaccamento medico del 2° battaglione dell'86° reggimento della 10a Divisione da Montagna. L'intera collezione di 330 fotografie inedite scattate in Italia è, per quel tempo, di altissima qualità.


E' arrivata una Willys

La Willys che risale al febbraio del 1945Non poteva mancare l'arrivo di una classica Willys MB con matricola febbraio 1945, consegnata nel marzo 1945 e immatricolata in Italia nel 1947. Perfettamente equipaggiata di radio BC659, mitragliatrice Browning .30 e fucile Garand M1 (armi ovviamente disattivate). Impianto elettrico a 6 volts. Per gli appassionati una breve galleria di fotografie relative alle Willys/Ford nella seconda guerra mondiale e ai loro manuali di manutenzione e uso.

E' trascorso un secolo

Sono ormai trascorsi più 100 anni dall'inizio della Prima Guerra Mondiale. Grazie alla documentazione donata al museo da Bonzi Ezio e Andrea, abbiamo pensato di inserire una galleria fotografica dedicata al Cimitero degli Invitti poi "messo in ombra" dall'attuale Sacrario militare di Redipuglia. La collezione di fotografie è tratta da una ormai rara pubblicazione degli anni 20.

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L'attività del museo si basa sul volontariato e sulle donazioni.

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Crediti

        Link all'accreditamento dell'Associazione discendenti della 10a Divisione da Montagna