Il dopoguerra: smobilitazioni, indennizzi ed espropri
Finita la guerra, le nuove autorità insediate alla guida del Comune e della Provincia, il Sindaco Giuseppe Doza e il Prefetto Gianguido Borghese, dovettero affrontare i gravissimi problemi di unacittàedi un territorio devastati dalla guerra. Rimpatrio di centinaia di migliaia di profughi e sfollati, rimozione delle macerie, demolizione e ricostruzione di edifici gravemente danneggiati, rifornimento e distribuzione di alimenti di prima necessità, gravi problemi sanitari e di ordine pubblico, democratizzazione degli apparati e delle strutture amministrative. Riguardo alle opere di protezione antiaerea, si procedette in diverse direzioni: la gran parte di rifugi e delle trincee tubolari e antischegge fu smantellata per recuperare i materiali ( legname, ferro, mattoni suppellettili, ecc. ) da utilizzare in altre opere di ricostruzione; diversi rifugi in galleria, oggetto di saccheggio da parte di civili o divenuti ricoveri per pratiche "contro la morale pubblica ", furono murati con sollecitudine. Si apri anche il lungo contenzioso tra Comuni, Prefettura e Ministeri centrali per il recupero di crediti, dal momento che le opere di protezione antiaerea, quando autorizzate, erano a carico dello Stato. Prefettura e Genio civile, per quanto possibile, dedicarono particolare impegno al controllo della congruità delle richieste di rimborso avanzate dalle ditte esecutrici, previa verifica e collaudo delle opere. Un altro capitolo riguardò le richieste di rimborso per la locazione di edifici o aree private utilizzate per allestire ricoveri anticrollo o costruire rifugi in galleria. Furono avanzate anche richieste di risarcimenti per danni causati dai cedimenti di diverse opere iniziate e non terminate. Contenziosi che si protrassero per anni e decenni: la parola fine arrivò con la legge n. 1231 del 2 dicembre 1967 quando lo Stato autorizb gli indennizzi e gli espropri dei suoli occupati per la costruzione di ricoveri antiaerei. In questo modo, diverse opere in galleria divennero di proprietà pubblica.