Il camino, attorno al quale si radunava la famiglia nelle serate invernali, con gli oggetti utilizzati per preparare le varie specialità gastronomiche locali.
La sala degli attrezzi agricoli con il primo piano un carretto che era trainato dai buoi. Ai suoi piedi una cariola in legno e una sella per il mulo.
La camera da letto. Sulla sinistra il catino "cantaran" per lavarsi il viso. Ai piedi del letto il "prete" con la "suora" le cui braci, contenute nel vaso di ferro o terracotta , servivano a scaldare il letto nelle fredde serate invernali. L'interno del materasso del letto era costituito da foglie di granoturco.
Negli anni della seconda guerra mondiale la castagna e i sui prodotti hanno dato un contributo fondamentale all'alimentazione delle popolazioni dell'appennino. Sullo sfondo, sotto la finestra, la turbina orizzontale di un vecchio mulino che, mossa dall'acqua, faceva girare la macina superiore per ottenere, dal grano o dalla castagna, le relative farine. In primo piano a destra il vaso "buzer", interamente scavato a mano in un unico tronco di legno, dove le castagne venivano separate dalla buccia (oiva) con l'aiuto della "maza". In primo piano, a sinistra, il "grattone" l'attrezzo per grattugiare le mele e farne un dolce vinello (sidro). Sullo sfondo alcune fotografie di antichi mulini. Prima e durante la seconda guerra mondiale, in zona, c'erano 34 mulini; ora ne sono rimasti due.
Gli attrezzi del ciabattino. Al centro e sul muro le forme per costruire e formare le scarpe che, all'ora, erano fatte a mano.
L'angolo del lavabo. Non essendoci l'acqua corrente si provvedeva con secchi, portando l'acqua , spesso, da pozzi distanti dalla casa. Sul muro di fronte, tre bilance a "stadera".
Sulla sinistra il "torchio", in legno massiccio, per la formazione dei ciccioli. Il grasso suino, dopo 2 o 3 ore di ebollizione veniva versato in una pezza, legato e inserito tra le ganasce per essere pressato sempre più fino ad ottenere la tipica forma. Sulla destra la "grama" utilizzata per impastare il pane. Ricordiamoci che, sino agli anni 50/60 le famiglie erano numerose e il pane veniva fatto una volta alla settimana. Appoggiato sul piano un torchio con i suoi stampi in bronzo per la trafilatura di diversi tipi di pasta.
Sullo sfondo una esposizione degli attrezzi del falegname e due attrezzi per l'affilatura di lame e coltelli.
In primo piano un telaio per la tessitura risalente agli ultimi decenni del 1800. E' interamente costruito in legno massiccio. Sullo sfondo un esempio tessuto in diversi stili.
Alcune parti del telaio ed una "rocca".
In basso a sinistra un aratro in legno della fine del 1800 e, verso il muro, l'erpice o "somnina" utilizzata per dissodare il terreno, entrambi a traino di buoi. Sullo sfondo, sotto la finestra, la "grola" che serviva per dividere il grano da altri semi. A destra la "slocadora" che serviva per separarei chicchi di grano dalla pula; alla base, la pietra (piagna) che, trainata da un bue o asino, veniva trascinata sul frumento appena raccolto e steso sull'aia, per separare i chicchi di grano.
Una ricostruzione della stalla. In primo piano i cavalletti o "taia" di legno che servivano a tagliare il fieno che veniva dato agli animali.
La spanocchiatrice ha lo scopo di dividere la pannocchia (' biruc') dai chicchi di granoturco. Le pannocchie vengono immesse nella tramoggia, attraverso alcuni rulli dentati si dividono i chicchi dalla pannocchia quindi, da una bocchetta escono le pannocchie vuote e da un'altra il granoturco pronto per l'uso zzotecnico o per essere macinato.