PHL !
MEMORIE DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE di Elton Turek
PROUD,
DI AVERE SERVITO IL MIO PAESE,
HAPPY,
DI ESSERMI ADDESTRATO IN MONTAGNA,
LUCKY,
DI ESSERE SOPRAVVISSUTO, SANO E SALVO,
DI ESSERE TORNATO A CASA
ED AVERE AVUTO UNA VITA MAGNIFICA CON UNA MAGNIFICA MOGLIE!
Si tratta di un narratore meraviglioso, pieno di entusiasmo, come al solito. Le frasi più felici sono probabilmente sue. E 'stato un piacere e un onore portare le sue storie in un racconto.
Libbie Merrow
Elton “ Turk” Turek. Texas, 1944
PREFAZIONE
Nel 1939, C. Minot (Minnie) Dole, capo della Pattuglia Nazionale Sciatori venne chiamato in una audizione per spiegare come le Truppe di Sciatori Finlandesi, nelle loro divise bianche, avessero potuto sciare silenziosamente attraverso i boschi e sorprendere le truppe Russe colpendole duramente. Dopo la battaglia i Finlandesi scivolarono di nuovo nei boschi e i Russi non poterono seguirli. Poi delle Truppe da Montagna Tedesche, grazie alla loro abilità di scalatori, avevano sorpreso delle truppe Britanniche che si stavano riposando tranquillamente su un alto crinale. “Ottimo” pensò Minnie e iniziò una insistente campagna per fondare una Divisione di Truppe da Montagna. Ha combattuto e lottato per la sua idea e l’approvazione arrivò nel mese di aprile del 1941.
L’ARRUOLAMENTO
Nell’estate del 1942 ero un apprendista nel Dipartimento di Ingegneria della Pratt & Whitney [ Industria allora specializzata nella produzione di motori a cilindri radiali per l’aviazione]. Rimasi in quel posto di lavoro due anni. Anche se gli Stati Uniti erano entrati in guerra da sei mesi io non ero stato chiamato perché classificato “essenziale per lo sforzo bellico”. Inoltre ero l’unico sostegno per mia madre che era vedova. Avrei veramente voluto andare in guerra. Questo è stato un periodo di patriottismo furioso e “tutti gli altri” erano contrari alle guerre.
Quando venne annunciata la formazione di “ Truppe di Sciatori”, io non riuscii a resistere! Amavo sciare! Avevo iniziato sulla collina di Buena Vista a West Hartford, dove “eravamo venuti giù in ogni modo immaginabile”. Incluso sciando. Siamo andati su e giù per quelle colline, arrampicandoci e portando i nostri grandi e lunghi sci o scendendo a “spina di pesce”. Mi sono veramente guadagnato le discese a valle. Ho imparato la risalita con la corda nelle vicinanze di Junior High, a Blandford e sulle colline più alte mentre alla Pratt and Whitney, ho fondato un club di sciatori.
Le ostilità in Europa aumentavano e gli Stati Uniti stavano fornendo agli Alleati molte armi che provenivano in buona parte dal Connecticut. Lo spionaggio era considerato una seria minaccia e con dei miei amici formammo una pattuglia di sciatori volontari nascondendoci e spostandoci nelle montagne boscose del Connecticut e del Massachusetts a caccia di spie. E’ stata una cosa seria, ma anche un gioco, giocare alla guerra.
Nel mese di agosto, subito dopo il mio ventesimo compleanno, mi arruolai nelle “Truppe da montagna” la prima e unica divisione da montagna dell’esercito. La truppa era soprannominata “Il sangue blu” perché sciare era considerato uno sport per ricchi. Si erano arruolati un numero insolito di laureati e giovani dirigenti e vi erano anche esperti sciatori olimpici come Walter Prager che era stato l’allenatore del Dartmounth Ski, Friedl Pfeifer dall’Austria e Torger Tokle, un famoso saltatore norvegese.
Era talmente prestigioso e rinnomato che si dovevano avere tre lettere di raccomandazione solo per arruolarsi, le mie lettere erano del mio capo a “The aircraft” [alla Prat & Withney], dal mio parroco e dal mio preside del liceo. Naturalmente tutti affermarono che ero meraviglioso e così mi arruolarono.
Coronando l’ultimo desiderio, prima di presentarmi in servizio, sono andato con un amico a guardare gli Yankees e i Cardinal alla World Series. Ho preso il treno a New York, ha fatto la fila tutta la notte per prendere un biglietto, sono entrato nel parco alle otto di mattina e ho atteso l’inizio della partita all’una. Tutto questo da un fan da tutta la vita dei Red Sox!
CAMP HALE
Nel frattempo l’esercito stava cercando il luogo ideale per costruire un campo di addestramento per le truppe da montagna. Yellowstone? Troppo sacro. Aspen? Troppo caro. Pando? (una desolata distesa di ghiaccio accanto ad una enorme palude) Perfetto! Il governo possedeva già la maggior parte di quel territorio. Aveva una autostrada e uno sperone di dieci miglia su cui era posata una ferrovia transcontinentale. Era a circa 3.000 metri sul livello del mare, una valle paludosa racchiusa in una ciotola di montagne.
Così, a partire dal marzo del 1942, in nove mesi, un fiume e la strada sono state deviate, la palude prosciugata, ed è stata costruita una enorme base militare. Era chiamata Camp Hale dopo che un Ispano Americano eroe di guerra aveva inventato il primo sistema di “auto elettrica” a fondato la VFW. Camp Hale era come una piccola città con alloggi per 15.000 uomini, un ospedale, stalle, sale mensa, chiese, tutto ciò di cui una Divisione poteva avere bisogno, il tutto per 33.000.000 di dollari.
Le baracche erano di due piani e fatta eccezione per i servizi igienici, un stanza per depositare gli sci e, al piano di sopra, camere per i sottufficiali, ogni piano aveva una sola grande camera con due file di lettini. Le luci si spegnevano alle 22 cascasse il mondo. Fui molto felice quando venni promosso caporale e spostato in una camera con solo altre due persone e, se volevo, potevo mantenere accesa la luce per tutta la notte. Credeteci o no nessuno aveva il manifesto di una “pin-up girl” in quelle baracche, avevamo invece dei manifesti delle “pin-up mountains” le più belle montagne del mondo.
La freccia indica le baracche in cui ho vissuto
Entrai in servizio il 30 ottobre del 1942.
In un primo momento gli uomini andarono a Camp Carson in Colorado per iniziare la loro formazione di base dal momento che Camp Hale era ancora in costruzione. La formazione di base avrebbe dovuto essere terribile ma io ed alcuni amici trovammo particolarmente orribile essere in quella calda e polverosa pianura e marciare e ancora marciare quando eravamo stati arruolati per sciare in montagna. Ho sempre pensato che era solo per tenerci occupati.
Quando il nuovo campo venne terminato, nel dicembre del 1942, il mio gruppo fu il primo ad entrarvi.
Camp Hale era molto in alto a 3.000 metri sul livello del mare. Non dovemmo mai combattere a quella latitudine e tutto ciò che riguardava l’addestramento era spesso molto estenuante fisicamente. La neve era alta e il freddo era terribile, a volte sino a 40° sotto lo zero.
In assetto di marcia ogni soldato portava 40 kg di equipaggiamento quando solo io pesavo 68 kg più il fucile, gli sci o le racchette da neve. Gli sci avevano una lunghezza di 2.3 metri di solido e duro noce americano. L’ “attacco per le scarpe” erano lungo 1.5 metri ed era piegato verso l’alto nella parte anteriore. Erano grandi per le discese. Ci si poteva sedere sopra, afferrare la punta e affrontare la pista più ripida. Per le arrampicate ho usato chiodi e moschettoni. Il nostro motto era: We climb to Conquer ! [ Noi conquistiamo scalando ]
Fatta eccezione per il fatto che non venivano usate armi da fuoco, l’addestramento era duro come il combattimento. Molti si resero conto che non era alla loro portata e furono trasferiti ad altre divisioni.
John Jay, il pioniere di film esilaranti sugli sciatori, era Primo Tenente e un eccellente sciatore. I suoi consigli e insegnamenti erano di grande aiuto per gli arruolati.
Le nostre uniformi erano reversibili i pantaloni da sci e i parka erano bianchi da un lato e verde oliva dall’altro. Così come le tende. Avevamo due tende con i lati di circa 1.2 metri e il pavimento, tutto in un pezzo unico con un tunnel per l’ingresso. Gli uomini si toglievano i loro stivali, strisciavano sin dentro i loro sacchi a pelo e mettevano gli stivali nei sacchetti per mantenerli a portata di mano. Avevamo solo una candela per fare luce ma molte candele emanano calore e la tenda era così ermetica che gli uomini dormivano in maglietta. Le tende erano veramente impermeabili forse troppo tanto che alla mattina poteva esserci il ghiaccio, condensato dal loro respiro, su tutto il soffitto. Bisognava stare molto attenti ad alzarsi perché se toccavi il tetto ti cadeva giù per la schiena una pioggia di ghiaccio.
Nella mia tenda
Nei primi mesi tutti erano sciatori fucilieri e facevano parte della Tenth Light Infantry [Decima Fanteria Leggera]. Poi vi fu una grande riunione. La Decima Leggera sarebbe diventata la Decima Divisione da Montagna e alcuni uomini della truppa avrebbero dovuto usare racchette da neve al posto degli sci e impugnare armi pesanti. Ero molto deluso di sentire che ero tra uno di quelli, da quel momento in poi sarei stato parte della Tenth Mountain Division, 87th Mountain Infantry Regiment, 3rd Battalion, M Company, plotone armi pesanti.
Ero un mitragliere e capo di una squadra di cinque uomini: due portavano le parti dell’arma e tre le munizioni. Le mitragliatrici servivano per il fuoco rapido. La 10a aveva anche mortai, per il corto raggio, e l’artiglieria, per il lungo raggio. L’artiglieria fece molta pratica e poteva anche essere divertente sparare per abbattere le valanghe.
Naturalmente non c’erano strade in quella regione selvaggia. I muli hanno trasportato tutti i carichi più pesanti. Quei muli forniti dal governo hanno avuto il miglior trattamento possibile. Ogni sera venivano nutriti e messi nelle stalle o recinti, spesso prima che i soldati si recassero alla mensa.
Io e Big Red
Chiamai il mio mulo “Big Red”. Gli uomini cavalcavano i loro muli durante i fine settimana ma solo agli ufficiali era consentito cavalcare un mulo durante le marce. Una domenica è arrivata una chiamata di emergenza per salvare dei muli che erano intrappolati nella neve profonda e bagnata. Il sole era caldo e luminoso e l’aria era chiara e sottile e dovettero essere scavate profonde trincee per liberare i muli.
Nel febbraio del 1943 ci ordinarono di fare una finta incursione sul lago Homestake, a circa 13 km di distanza, che si trovava ad una altezza ancora maggiore. Questa citazione e tratta dalle memorie di un altro uomo, Herry Poshman: “ Il sole splendeva su una lunga colonna di figure vestite di bianco lottando tutti sotto il pesante equipaggiamento. Le armi da fuoco erano imballate sulle slitte trainate da molti uomini, le armi pesanti, stufe e cucine da campo erano trasportate dai muli che lottavano sulla pancia nella neve profonda. I polmoni scoppiavano e il sudore ci inzuppava ma raggiungemmo finalmente il nostro campo all’altezza oltre la quale non crescono più alberi. Montammo rapidamente le tende e accendemmo i fuochi. Piazzate le tende i fuochi iniziarono a sciogliere la neve portando le tende a livello del suolo, 2 metri più sotto. Il risultato. Miseria abbietta!”. E' stato così divertente poiché senza fuochi potevamo mangiare solo razioni K o C e questo significava cracker, formaggio, una scatola di fagioli, un pacchetto di caffè e uno di cacao. Usammo il cacao mescolato a neve fine per fare il gelato al cioccolato.
Secondo i documenti dell’esercito il 30% degli uomini sono stati vittime di congelamenti. Alcuni di loro rinunciarono e ritornarono al campo dove trovarono dei grossi cartelli sulle porte delle baracche con scritto "Nein!". Le baracche erano piene di prigionieri di guerra tedeschi in transito per andare chissà dove. Così gli uomini dovettero ritornare a piedi al lago Homestead. Dopo tutto l’esercitazione del lago Homestead era stata un disastro. Rimanemmo lassù per sei settimane. Un capitano disse, una volta ritornati al campo, “ Ogni uomo che viene trasferito a combattere da Camp Hale è un codardo !”
KISKA
Lo sapevate che i Giapponesi invasero realmente il territorio degli Stati Uniti! Essi occuparono tre piccole isole alla fine delle Aleutine. La fanteria degli Stati Uniti ne aveva riconquistate due a prezzo di pesanti perdite da parte di entrambe le parti. La 10
a era stata scelta per riprendere la terza isola , Kiska. I servizi segreti avevano detto che c’erano 10.000 giapponesi sull’isola che era un pezzo di di sterile roccia vulcanica larga 3 km e lunga circa 16. Nebbia densa e pioggia la facevano sembrare ancora più desolata.
Per addestrare la 10
a all’invasione ci inviarono a Oceanside in California a pochi chilometri da Carmel. Dalle splendide montagne alla bellissima spiaggia! Facemmo pratica di sbarchi anfibi.
Il 29 luglio 1943 i 15.000 uomini della 10
a vennero caricati su navi Victory insieme ad altri 15.000 soldati tra i quali canadesi, medici e un infermiere di sesso femminile. Le Victory sono state le grandi navi da trasporto che il Kaiser [?] aveva rapidamente costruito, così rapidamente che c’era qualche timore sulle loro doti di navigazione. Io ero sulla nave USS Zeiland.
La sera prima di lasciare San Diego le navi erano ancorate molto vicino alla riva. Potevamo vedere le luci e sentire l’emozione della città. Non sapevamo cosa ci aspettava e la tentazione di andare a divertirsi era troppa per due nostri compagni. Chiusero i loro vestiti in sacchi di plastica, presero in prestito dalla Marina dei giubbotti di salvataggio e si buttarono fuori bordo dirigendosi verso riva. Tutti i soldati affollavano le guide sul ponte per tifare per loro. La nave cominciò a sbandare pericolosamente. Non penso che il capitano lo trovò divertente e gli uomini furono recuperati e arrestati prima sulla nave poi a terra con l’accusa di avere rubato attrezzatura della Marina. Una volta che l’Esercito è su una nave della Marina la stessa ha il comando completo. Quei soldati non hanno partecipato all’invasione di Kirska ma il resto è partito la mattina successiva.
Avvicinandosi all’isola gli uomini si preparano a sbarcare. Oltre ai 40 kg di equipaggiamento avevamo maschere antigas ed eravamo stati autorizzati a trasportare tutte le armi che potevamo trasportare. Io avevo un fucile, una Colt 45 sul fianco, coltelli e molte granate. Eravamo carichi anche di tanti munizioni. Le nostre facce furono tinte di scuro con vernice mimetica. Gli uomini furono strapazzati giù per le scale di corda fin sui mezzi da sbarco dove abbiamo fatto un drammatico atterraggio da “D-Day”. Molti mezzi hanno cercato di dirigersi verso la spiaggia ma molti mezzi da sbarco rimasero bloccati sulle scogliere al largo della spiaggia per cui dovettero essere trasferiti su barche più piccole. La mia barca è rimasta bloccata ma siamo riusciti a liberarlo spingendola con lunghe pertiche. Mentre procedevamo verso la spiaggia la Marina ha sparato con i loro 16” dalle navi da battaglia. Il mondo intero è stato scosso quando i proiettili hanno raggiunto la spiaggia. Non ero mai stato un nuotatore e ho fatto il più grande salto di corsa che io abbia mai fatto per sbarcare sulla riva. Una volta sulla spiaggia la maggior parte degli uomini si accorse che erano sovraccarichi e gettarono via le maschere antigas. La spiaggia ne era piena.
Nessun giapponese ha aperto il fuoco su di noi mentre eravamo sulla spiaggia. Non si percepiva nessun suono dalle colline. In fila per due ci dirigemmo verso il centro dell’isola. Lungo la strada attraversammo campi per soldati abbandonati dai giapponesi alcuni con ancora il cibo caldo. “Dov’erano quei fastidiosi giapponesi comunque ?”
Piazzammo le tende, organizzammo il campo e cenammo. Scese la notte. “Oh no!” Improvvisamente una chiamata “ Allerta per attacco con il gas! “ Il pensiero di essere gasati era orribile. Tutti sapevano dei veterani della Prima Guerra Mondiale che avevano i polmoni rovinati. Gli uomini correvano inciampando e ruzzolando nel buio verso la spiaggia, su mani e ginocchia, alla ricerca delle maschere anti gas. La maggior parte non vennero trovate ma tutto andò perché quella notte non ci fu alcun attacco con il gas.
Più tardi, quella notte, al campo, accadde qualche cosa di grave e terribile. In ogni guerra ci sono vittime del più crudele dei casi chiamato “fuoco amico”. La percentuale è molto alta. Quella notte le unità si alternarono nervosamente per la guardia e difesa del campo dall’attacco sempre più atteso da parte dei giapponesi. Qualche soldato ha sparato una fucilata, il proiettile ha colpito una roccia sulla quale è rimbalzato causando delle scintille. I mitraglieri hanno regito istintivamente e hanno sparato nella notte. Purtroppo molti dei nostri compagni erano là fuori e alcuni sono stati uccisi.
Quelle sono state le uniche perdite da arma da fuoco che ha avuto la 10
a a Kirska. Venne presto scoperto che i giapponesi avevano evacuato l’isola completamente quando avevano visto le navi americane arrivare. Protetti dalla costante nebbia, che assomigliava ad una zuppa di piselli, erano scappati imbarcandosi sui sottomarini. Se ne erano andati ma avevano lasciato molte trappole. L’isola era stata crivellata di grotte e gallerie con dei “souvenir” tentatori, un fucile o un pezzo di divisa che nascondevano trappole esplosive che si attivavano quando si toccavano. Gli ordini erano di NON scherzare con quei “souvenir” ma tuttavia un paio di uomini non ascoltarono l’avvertimento.
Una delle prime priorità era stata quella di camuffarsi dipingendoci la faccia così molti di noi fecero un bagno in uno stagno. Immaginatevi quaranta o cinquanta uomini nudi in quella acqua gelata.
Gli uomini scavarono lungamente. “Dug in” [Letteralmente: scavare dentro ovvero scavare trincee] è la giusta espressione per ciò venne fatto: montammo le tende, con le loro dimensioni di 4.80 x 4.80 metri con una parete laterale alta 1.2 metri, e scavammo delle grandi buche profonde 1.8 metri per proteggerci dai bombardamenti.
Come era ovvio non siamo mai stati bombardati in quanto l’Aviazione mantenne un ombrello protettivo sopra di noi.
Rimanemmo 4 o 5 mesi. Passai lì il mio 21° compleanno, venerdì 13 agosto. Apprezzammo davvero tanto la Marina che portava i rifornimenti. Ma poi come portare i rifornimenti al campo ? Il terreno sull’isola era polveroso e quando era bagnato si trasformava in melma appiccicosa per cui costruimmo strade che sembravano di “velluto a coste” (tronchi affiancati) per i camion che portavano i rifornimenti.
Abbiamo costruito una enorme e alta banchina per le grandi navi di trasporto truppe che sarebbero venute a prenderci. E’ stato un duro lavoro.
C’erano anche attività divertenti. E’ stato divertente salire sul vulcano che si alzava per 1.200 metri sul mare. Io e i miei amici l’abbiamo scalato in ottobre e siamo stati orgogliosi di essere stati i primi uomini bianchi ad avere raggiunto la cima. Organizzammo un riparo e lasciammo un libretto di appunti dove ogni uomo ha lasciato la sua firma e indirizzo.
E’ stato divertente vedere la rara volpe blu. Gli uomini avevano l’ordine di non spararle.
Altre cose selvagge non sono state così fortunate.
C’era un lago pieno di saporite trote ma non c’era alcun attrezzo da pesca per cui un brillante collega ha avuto l’idea di gettare una bomba a mano nel lago. Il pesce saltava in aria è atterrava ai loro piedi. Gli ufficiali posero presto fine a quella attività.
Nel dicembre 1943 abbiamo lasciato l’isola. Per due settimane siamo stati in quarantena come da procedura per tutti coloro che erano stati di servizio all’estero. Non erano consessi permessi di uscita e non erano ammessi visitatori.
ANCORA MOLTO ADDESTRAMENTO
Il gennaio del 1944 vide la 10a Divisione da Montagna tornare a Camp Hale. A quel momento ero stato nell'esercito per quasi un anno e mezzo. Eravamo "malati" di addestramento e impazienti! Volevamo andare in guerra. A quel tempo molti combattimenti erano nel deserto in Africa, un posto difficile da affrontare per delle truppe di elite sugli sci! Così languivamo e ci addestrammo ancora un pò.
Quell'invermo partecipammo alle famigerate manovre "D series" note per essere le più dure che qualsiasi esercito avesse mai avuto. Furono ancora più difficili di quelle sul lago Homestake! Per sei settimane siamo stati sui picchi dove ora c'è l'elegante villaggio di Vail. C'erano temperature tra i 20 e 40 gradi sotto zero, fitte nevicate e venti impetuosi. Avevamo solo la nostra tenda di protezione. Non ci consentirono di accendere fuochi. Molti uomini dovettero essere evacuati a causa di polmoni congelati o congelamenti al corpo. Gli uomini hanno sofferto ma abbiamo superato la prova. Ormai l'elite degli "orientali" [residenti negli stati verso la costa atlantica] erano stati affiancati dagli "uomini fuori porta" dell'ovest, boscaiolo, allevatori e guide. Gli uomini della 10a erano forti e duri.
Finalmente, nel giugno del 1944, venimmo trasferiti a Camp Swift in Texas per ulteriore addestramento, questa volta per combattimento in pianura e l'attraversamento di un fiume. Che contrasto con Camp Hale! Il paesaggio era piatto ed era incredibilmente caldo. Come introduzione ci sono stati mostrati vasi di vetro con esemplari di tarantole, serpenti a sonagli, scorpioni e altre cose velenose da evitare. Molti di noi acquistarono delle amache per evitare le cose che strisciavano di notte. Gli eruditi mettevano in ammollo nell'acqua i loro materassi in modo che l'evaporazione li tenesse un pò freschi di notte.
La frustrazione cresceva! Gli Stati Uniti sembravano vincere la guerra e la 10a non aveva ancora ottenuto di andare oltremare ! Sembrava che nessuno volesse una divisione specializzata. La National Ski Patrol aveva stretti legami a Washington e peroraò la nostra causa. Eisenhower disse che eravamo solo "truppe verdi". Ma quando il generale Mark Clark sentì che eravamo pronti disse: " Prenderò io quella divisione in qualsiasi momento!".
ITALIA
Così il 21 dicembre 19
44 lasciammo Camp Swift finalmente in viaggio verso il nostro destino. 15.000 soldati e muli! Il 4 gennaio 1945 ci imbarcammo da Newport News in Virginia sulla nave USS West Point. E' stato un piacere! Era stata una nave da crociera di lusso ed era famosa in America. La nave era piena e siamo stati trattati molto bene, con ottimo cibo.
La nave era così veloce che poteva superare qualsiasi sottomarino tanto che non abbiamo dovuto aspettare per inserirci in un convoglio di navi. Zigzagando abbiamo attraversato l'atlantico e di notte procedavamo senza luci. Abbiamo passato lo Stretto di Gibilterra, una vista conosciuta ed emozionante, poi abbiamo attraversato il Mediterraneo fino a Napoli.
In seguito siamo stati stipati in vagoni e attraversammo le montagne verso la guerra. L'elite degli specialisti, addestrati come truppe da montagna, dopo tanti mesi stava per andare in battaglia.
Quando i treni passavano lentamente attraverso piccole città, partigiani italiani correvano a salutarci, applaudendo e offrendoci vino.
Raggiungemmo Firenze verso la fine di gennaio del 1945. Gli italiani si erano arresi in settembre del 1943 ma i tedeschi avevano ancora in mano il montagnoso Nord.
Il lavoro della 10a Divisione da Montagna era quello di attraversare lo stivale d'Italia, passare attraverso le Line Gotica tedesca, sulle cime degli Appennini, per poi discendere verso la Valle del Po e dirigersi quindi verso le Alpi.
La Linea Gotica include Monte Belvedere che è di una altezza addirittura superiore a Riva Ridge. Entrambi erano ripidi e rocciosi. I tedeschi erano sicuri di poter resistere in cima a quelle alte e impraticabili cime. Dopo tutto avevano già respinto la Quinta Armata un paio di volte.
Ma nella notte del 18 aprile di notte e tra neve e ghiaccio alcuni uomini della 10a hanno scalato e conquistato Riva Ridge ed io ero tra loro! La notte successiva abbiamo preso Monte Belvedere. Minnie Dole aveva ragione ed è valsa la pena di fare tutto quell'addestramento.
HEADQUARTERS IV CORPS
The Commanding General
SUBJECT: Commendation
TO: Commanding General
10ù Mountain Division
APO345, U.S. Army
The splendid performance of the offrcers and men of the 10th Mountain Division while a part of the IV Corps' attack in the Fifth Army offensive from 14 April to 28 April inclusive, was such as to evoke unqualified praise in all military circles, and it is my desire hereby to commend you, your offrcers and men, in the very highest terms.
In fifteen days of arduous fighting, the 10th covered 105 miles in a northerly direction, an average advance of 7 miles per day. During that period you broke through the enemy Apennine defenses on you front with such impetus as to split three enemy divisions, inflicting heavy losses in men and material and throwing these many units into a state of utter confusion.
On the 7th day of your altack, advancing into the Po Valley with admirable speed, you cut highway 9 and threatened Bologna by thrusting beyond it well to the north. The infantry and annor under your cornmand raced on to seize the southern bank of the Po River and, by the evening of 23 April, with scarcely a pause, you had est¿blished a firm bridgehead across that major obstacle. Allowing the bewildered and beaten enemy forces no respite, the 10th then thrust on to seize the Villafranca aþort and the city of Verona, which your elements had cleared by early afternoon of 26 April.
Bearing northwestward, you continued the pursuit of the enemy with such relentless speed that, by the evening of 28 April, your leading elements were a good three fourths of the way up the eastern shore of Lago di Garda. At this point, the 10th was detached from IV Corps, but we continued to watch with the gteatest admiration your further northward progress, which demonstrated conclusively the fure physical condition and offensive spirit which was still maintained, even though your oflensive had continued by this time without cessation for more than three weeks.
The story of the fifteen days from 14 April to 28 April establishes for the 10th Mountain Division a record of which every offrcer and man can be justly proud. These battlefield accomplishments are now known to the entire army. Seldom has a single division contributed more effectively to an offensive which has so decisively thrown enemy forces completely off balance.
IV Corps was fortunate to have the stalwart l0ü Mountain Division available to deliver its main attack in this final offensive, and the HQ is fully aware of the important contribution you made to our success in defeating the enemy in Northwest Italy, and bringing about the cessation of hostilities.
/s/ Willis D. Crittenberger
Major General, U.S. ArmyCommanding
Commanding
Trovammo le montagne dell'Appennino ripide e rocciose. Le strade, quando c'erano, erano stretti sentieri. Grazie e Dio c'erano i muli ! Partigiani italiani si erano uniti a noi in qualità di guide e caricavano anche i loro muli. A quel punto la guerra era quasi finita. Le truppe tedesche erano state decimate. Usavano dei ragazzi in combattimento e le truppe di elit tedesche combattevano disperatamente e fanaticamente per difendere la loro Patria. Stavamo combattendo per porre fine alla guerra e tornare a casa. La 10a avanzava sotto un fuoco pesante. Di fronte al nemico c'erano prima i fucilieri, poi noi mitraglieri, poi i mortai e infine l'artiglieria pesante dietro tutti; cadevano proiettili dappertutto.
L'aviazione ci era sempre sopra, fornendo supporto. Il rumore era costante. Le nostre pale erano importanti quanto i nostri fucili. Ogni volta che sostavamo per qualsiasi motivo cominciavamo a scavare una trincea per ripararci dal fuoco nemico.
Gli uomini in combattimento vedono cose orribili. La carne umana non può competere con le pallotole e le granate. Quello che vidi vorrei essere in grado di dimenticare. Parlando delle mie memorie non ho voluto raccontare a che coloro che amo questi orrori che finirebbero con l'ossessionare anche loro. Eravamo la punta di diamante ed in prima linea. I tedeschi avevano il vantaggio di occupare le cime dei monti e la 10a era costantemente sotto il fuoco di tutto quello che i tedeschi potevano spararci addosso. 993 soldati furono uccisi in Italia, tra cui il famoso Toger Tokle, e 4.145 sono rimasti feriti. Quando un uomo è spaventato può fare cose impensabili, automaticamente, per proteggere i suoi amici e salvare la propria vita. Le medaglie non significano niente ! Ottenere il distintivo di Cambat Infantryman significava di più.
Mi guadagnai la Stella di Bronzo quando i cavi delle comunicazioni telefoniche, che collegavano quattro postazioni di artiglieria avanzate con il quartier generale, vennero tagliati. Io uscii per riallacciare i cavi. I tedeschi avevano capito cosa stava succedendo e sembrava che ad ogni passo che facevo una granata esplodesse dietro di me ! Fui buttato a terra molte volte dalle esplosioni ma riuscii a riparare i fili.
Gli uomini della 10a sono stati i primi americani ad attraversare il fiume Po. Dieci o dodici uomini cavacarono i grandi gommoni di gomma stile Zodiac. Il Po è un fiume largo e gli uomini sgusciarono lungo tutto il tragitto dagli spari dei tedeschi. A metà strada il mio gommone si arenò in un banco di sabbia e tutti balzammo fuori per spingere la barca e liberarla. Non sapevo nuotare ed il mio è stato un attraversamento evventuroso.
Ci arrampicammo attraverso i bellissimi Appennini. In un piccolo villaggio di case sulle Alpi gli animali stavano al primo piano e la gente al secondo e terzo piano. Gli abitanti del villaggio aiutarono gli americani come potevano indicando dove si trovavano i tedeschi e dandoci il vino che avevano tenuto nascosto insieme a pane e verdure.
Negli spostamenti tra i villaggi marciavamo in fila indiana distanti tra noi almeno 3 metri per fare in modo che se qualche tedesco ci avesse sparato solo uno di noi sarebbe potuto rimanere ucciso. Ero fuori vista dai miei compagni quando apparve un giovane tedesco con le mani in tasca che correva verso di me. Pensai " Granata!" e innestai la baionetta facendo cenno al ragazzo di togliere le mani dalle tasche. Quando il ragazzo lo ha fatto sono cadute a terra delle monete, una foto di famiglia ed un rosario. Gli feci rimettere in tasca i suoi tesori e lo mandai nelle retrovie. Questa era la procedura. I molti tedeschi che si arrendevano erano inviati nelle retrovie delle colonna dove la Polizia Militare gli toglieva le armi e li lasciava in un luogo protetto. I prigionieri sono stati nutriti bene anche se possono essere stati maledetti da qualch'uno.
La notte del 29 aprile 1945 io e alcuni amici eravamo asserragliati nella cantina di una casa bombardata. Ero seduto in un angolo pensando, come ogni notte, "Spero di vedere domani. Spero di rimanere vivo questa notte!". Improvvisamente i cannoni cessarono il fuoco e ci fu silenzio, tranquillità e aspettammo. Al mattino imparammo che la guerra era finita. Giubilanti correvamo di trincea in trincea urlando "La guerra è finita. Possiamo andare a casa !".
Avevamo combattuto per 300 chilometri attraverso lo stivale d'Italia e raggiunto il lago di Garda nelle Dolomiti. Anche in quei luoghi c'erano migliaia e migliaia di soldati tedeschi. Non c'era modo di disarmarli tutti così americani e tedschi, ognuno ben armato, vivevano insieme nelle piccole città. Tra loro e noi ci chiamevamo "Komrade" e "Comrade".
Successivamente feci parte delle truppe di occupazione in Jugoslavia [?]. Ci sono stati dei problemi con Tito. Sul fiume Izona ci siamo guardati negli occhi con le truppe Jugoslave e su entrambi i lati le pistole erano spianate. Non è successo niente.
A ciascun americano che ha combattuto in Europa venivano assegnati dei punti a seconda del tempo trascorso all'estero, le battaglie combattute e le medaglie ottenute. Avevi bisogno di 85 punti per essere rimandato a casa. Io e il mio buon vecchio mulo Big Red siamo stati i primi a partire e ci siamo imbarcati il 2 agosto. E' stata una lunga e grande festa su una affollata nave da trasporto truppe che ha attraversato l'Atlantico con le luci sfolgoranti. Tutti ridevano ed erano felici.
Solo un pensiero preoccupava gli uomini. Il Giappone era ancora in guerra con gli Stati Uniti d'America e tutti si aspettavano una invasione del Giappone. Presto la 10a sarebbe di nuovo tornata a combattere. Invece la radio trasmise la notizia del lancio delle bombe atomiche. La seconda guerra mondiale era senza dubbio finita! La pace finalmente!
EPILOGO
E' difficile valutare l'influenza degli uomini della 10a Divisione da Montagna sull'industria degli Sci. Diversi veterani fondarono aree sciistiche come Vail, Arapahoe Basin e Aspen; alcuni tra cui io, hanno aperto negozi di sci. I nostri sci e sacchi a pelo sono stati venduti per cinque dollari ciascuno ma hanno solo stuzzicato l'appetito della gente per equipaggiamenti migliori. Insiema a Gus Summe abbiamo aperto il " Veteran's Ski Shop" in Asylum Avenue dietro al centro di Hartford quando in centro c'erano i più grandi negozi e gli uffici delle grandi assicurazioni. Il negozio è stato il miglior negozio di sci e il luogo preferito da tutti per fare acquisti. Cercavamo di essere cordiali e competenti.
Un giorno in cui gli affari erano tranquilli io ero in piedi, al sole davanti alla porta. Lungo la via giunse una donna molto attraente con il portafoglio di un artista sotto ad un braccio. Abbiamo parlato. Era Jean Hughes, sulla sua strada per andare da "Y" a G.Fox per fare domanda di lavoro come designer di visualizzazione. Da tale incontro sotto al sole sono poi nati una pattinatrice, due sciatori e sei nipoti che amano lo sci !