Dal libro Sulle orme di mio padre. Di Cruz Rios
- Dal libro Sulle orme di mio padre. Di Cruz Rios
- L'arrivo in Italia e il trasferimento verso l'appennino
- L'attacco a M.te Belvedere
- La difesa di M.te Belvedere dai contrattacchi Tedeschi
- Il Malandrone, Cimon della Piella e Pietracolora
- La conquista di Castel d'Aiano e M.te della Spe
- L'offensiva di primavera
- Tolè e verso Monte Pastore
- La presa e l'attraversamento di Savigno
- L'entrata nella Pianura Padana
- L'attraversamento del fiume Po
- La fine della guerra in Italia
- Il ritorno in America e alla famiglia
- Tutte le pagine
Appena prima della Valle del Po c’era un altro piccolo paese Madonna della Provvidenza dove c’era un blocco stradale tedesco. Ci stavamo dirigendo là, la compagnia K era ancora una volta in prima linea e percorse la strada principale che attraversava il paese. Fummo attaccati dai tedeschi con una mitragliatrice e carri armati. Persi un altro amico quel giorno, a causa del fuoco di quella mitragliatrice, quando i tedeschi fuoriuscirono all'improvviso e uccisero alcuni dei nostri uomini.
Vorrei ricordare il nome di un altro soldato morto là. Si chiamava John Camillo e veniva da New York. Anche la sua foto sta là in mezzo a tutte le altre. In quel paese a causa del blocco stradale tedesco furono uccise quattro persone. Finalmente l’altra compagnia, che ci seguiva ad alcuni chilometri, ci venne in aiuto e anche lei si affacciò alla Valle del Po, che si trovava a pochi chilometri da lì, in prossimità una grande strada. Non ricordo il nome della grande strada che attraversammo comunque andava verso Bologna (via Emilia). Mi sembra che lì perdemmo il nostro ultimo uomo, benché altri soldati in seguito furono feriti.
Proseguendo verso il fiume Po dovevamo raggiungere il ponte di Bomporto e un piccolo paese, Bastiglia. Era giorno, ricordo che ero in bicicletta e tutta la gente lungo la strada si avvicinava e ci offriva vino, formaggio, qualsiasi cosa. Tutti erano così felici e sorridenti. Poi ricordo di una notte in cui, mentre marciavamo, vidi una moltitudine di lucciole come non avevo mai visto prima. Una sera arrivò un aereo che sganciò alcune bombe. Sentendo il rumore dell’aereo in arrivo ci sparpagliammo.
Poi arrivammo in un paese da dove sentivamo spari, colpi e ogni sorta di rumore di combattimenti. Non eravamo in prima linea ma appena dietro. Se non avessi guardato l’ora e visto che erano le 11, avrei giurato che erano le 9 circa, poiché era appena buio. Presa la città, vi passammo la notte. Quella città era Bastiglia.
Sei anni fa, durante una visita in Italia organizzata dai i reduci della 10a Divisione, ci fermammo con l’autobus al ponte di Bomborto. Ripercorremmo la strada di quella volta e passando da un paese all’altro ricordavo le lunghe colonne di uomini distanziati di quattro o cinque piedi lungo entrambi i lati delle strade. E infine il ponte di Bomborto raggiunto durante la notte.
Il 23 Aprile ci raggruppammo a S. Benedetto in vista dell’attraversamento del fiume Pò. Quello era il nostro prossimo obiettivo. Mi ricordo delle camminate e del giro in bicicletta. Di questo sono certo perché ricordo bene quando dovetti lasciarla sulla riva del fiume, poiché non potevo portarla con me.