Dal libro Sulle orme di mio padre. Di Cruz Rios
- Dal libro Sulle orme di mio padre. Di Cruz Rios
- L'arrivo in Italia e il trasferimento verso l'appennino
- L'attacco a M.te Belvedere
- La difesa di M.te Belvedere dai contrattacchi Tedeschi
- Il Malandrone, Cimon della Piella e Pietracolora
- La conquista di Castel d'Aiano e M.te della Spe
- L'offensiva di primavera
- Tolè e verso Monte Pastore
- La presa e l'attraversamento di Savigno
- L'entrata nella Pianura Padana
- L'attraversamento del fiume Po
- La fine della guerra in Italia
- Il ritorno in America e alla famiglia
- Tutte le pagine
Il primo battaglione dell’87° Reggimento attraversò il fiume Po per primo verso mezzogiorno. E subito fu raggiunto da una serie di salve di artiglieria... era un fuoco antiaereo. Ma ce la fecero. A loro seguirono il secondo e il terzo battaglione. Ci sentivamo così indifesi su quelle barche. Io ero su una piccola e vecchia barca e stavo attraversando il fiume Po, quando notai la presenza di un paese alla nostra sinistra da dove vedemmo spuntare un motociclista. Poteva essere un osservatore tedesco. Nessuno di noi era preparato per sparare. E pensai che avrebbe potuto colpirci con molta facilità, con una mitragliatrice ad esempio. Noi eravamo allo scoperto.
Dall’altra parte del fiume il cammino proseguì abbastanza velocemente, per circa 40 chilometri. Al giorno d’oggi è piuttosto semplice ma allora eravamo a piedi e avanzavamo marciando.
Devo fare un passo indietro. Dopo aver smantellato la difesa tedesca il generale Hayes costituì la Task Force. Era la forza di punta che doveva precedere la Divisione verso il fiume Po. Il comandante della Task Force era il generale Duf,. Egli fu ferito sul fiume Po da un mezzo che lo investì. Prese il suo posto il colonnello Darby. Nel momento in cui egli subentrò, il primo battaglione dell’87° reggimento stava attraversando il Po mentre noi eravamo nei pressi della città di Verona. Egli arrivò a Verona, poi si diresse verso il Lago di Garda. Il terzo battaglione, il nostro, non passò per Verona ma tagliò semplicemente in direzione del Lago di Garda.
Uno degli altri battaglioni, dopo avere attraversato il fiume Po, arrivò nei pressi di Verona sui camion perché dovevamo dirigerci insieme il più velocemente possibile verso il Lago di Garda. Dopo aver scaricato il primo battaglione a Bussolengo, i camion tornarono indietro per caricare il secondo battaglione. Due battaglioni si mossero verso il Lago di Garda. I tedeschi non facevano resistenza in quel momento. Potevi incontrare un camion tedesco ma proseguire oltre.
La Compagnia K arrivò sul Lago di Garda. Quel giorno eravamo davanti a tutti. Arrivammo sino al paese di Garda attraversando Bardolino e Lazise senza incontrare nessuna opposizione. Magari le cose fossero andate sempre così. Più a nord, dove iniziavano le grandi montagne, ci dissero che avremmo trovato più resistenza da parte dei tedeschi. Il sergente Robert Manchester era alla guida del plotone che, risalendo lungo il lago di Garda, ebbe uno scontro a fuoco con i tedeschi. Avanzavamo a fatica poiché la maggior parte dei ponti e dei tunnel era stata distrutta. Raggiungemmo il paese di Spiazzi, dove subimmo diverse perdite, a seguito dell’esplosione dei magazzini che i tedeschi avevano minato. Diversi compagni del 1° Battaglione rimasero uccisi.
Si può dire che quello fu l’ultimo scontro a fuoco per 87° Reggimento e per la compagnia K nella campagna d’Italia. Mi sembra che alla fine l’86° oltrepassò Spiazzi e si scontrò con i tedeschi a Torbole. Il generale Hayes, in realtà, non avrebbe voluto che i Reggimenti che attaccarono Spiazzi e Torbole ingaggiassero battaglia. Ma loro erano già coinvolti e non avrebbero potuto ritirarsi.
Finita la battaglia il nostro battaglione fu l’ultimo a trovare alloggio. In seguito ci assegnarono una villa dove provammo alcune uniformi da generale, facemmo alcune foto dei ragazzi con i cappelli e le uniformi la maggior parte delle quali penso fossero italiane. La guerra per noi finì in quel momento.