Il
Fiat G 50 "Freccia" fu un aereo da caccia, monomotore monoplano monoposto ad ala
bassa sviluppato dall'azienda italiana Fiat Aviazione negli anni trenta e prodotto sia dalla stessa che dalla sua controllata Costruzioni Meccaniche Aeronautiche S.A. (CMASA)
Sul retro della cartolina " E' l'ala fascista che dominerà sempre il mediterraneo".
Mussolini
Sul retro " Tutto sembrava perduto quando.... calando dal cielo vidi .....
(dalle avventure di un aviatore)"
Sul retro " Tutto sembrava perduto quando.... calando dal cielo vidi .....
(dalle avventure di un aviatore)".
Notare, chissà perchè, il pilota che si lancia dall'aereo ma capovolto.
Il Savoia-Marchetti S.M.79 Sparviero era un trimotore ad ala bassa multiruolo, inizialmente progettato come aereo da trasporto civile veloce. Negli anni 1937-39 stabilì 26 record mondiali e fu - per un certo periodo - il più veloce medio bombardiere del mondo. Costruito in legno, tela e metallo, si riconosceva per la tipica "gobba" dietro l'abitacolo che gli valse il nomignolo di "Gobbo maledetto". Fu impiegato per la prima volta nella guerra civile spagnola nelle file dell'Aviazione Legionaria italiana. La Regia Aeronautica lo impiegò durante la seconda guerra mondiale in tutto il teatro del Mediterraneo, prima come bombardiere e poi - con maggior efficacia - come aerosilurante. L'aeronautica romena (FARR), dove fu costruito anche su licenza, lo impiegò con successo sul fronte orientale. Restò in servizio, in Italia, fino al 1952. Fu il bombardiere italiano costruito nel maggior numero (circa 1.300) di esemplari.
Sul retro: " ...la consegna è una sola: conquistare e conservare dovunque il primato dell'Ala Italiana, nei cieli della Patria e nei cieli del mondo! Mussolini "
Aerei Fiat B.R. 20, a sinistra, e Savoia Marchetti S.M. 79 a destra.
Sul retro: " Il popolo italiano è fiero di questa prima battaglia. Mussolini."
Il Fiat C.R.32 (Caccia Rosatelli, dal nome del progettista) era un aereo biplano da caccia prodotto dall'azienda italiana Fiat Aviazione negli anni trenta.
Impiegato principalmente dalla Aviazione Legionaria, durante la guerra civile spagnola, e dalla Regia Aeronautica, nel primo periodo della seconda guerra mondiale, venne adottato anche dalle aeronautiche cinese, ungherese, austriaca, venezuelana e paraguayana. Utilizzato durante la Guerra Civile Spagnola a sostegno dei Nazionalisti, in Spagna, si guadagnò presto la reputazione di uno dei più straordinari biplani di tutti i tempi. Nel Paese iberico fu anche prodotto su licenza e restò in servizio fino al 1953, vent'anni dopo il suo primo volo.
Questo piccolo aereo della Fiat era compatto, robusto e assai manovrabile e diede delle ottime dimostrazioni delle proprie capacità in tutta Europa alla guida dei piloti delle Pattuglie acrobatiche. Ancor oggi conserva la reputazione incontestata di essere stato il più famoso degli aerei da caccia italiani. Seppure non eccezionalmente rapido, era robusto e maneggevole e potentemente armato, per la sua epoca, il decennio 1930-1940, con le sue due mitragliatrici Breda-SAFAT da 12,7 millimetri, sincronizzate e che sparavano attraverso le pale dell'elica.
Il
CANT Z.506 Airone era un idrovolante a doppio galleggiante trimotore ad ala bassa, multiruolo, prodotto dalla Italiana Cantieri Riuniti dell'Adriatico, Cantiere Navale Triestino (C.R.D.A. CANT) dalla metà degli anni
trenta.
Inizialmente progettato come aereo civile, venne utilizzato come idrovolante postale e da trasporto, e, durante la seconda guerra mondiale, come bombardiere, ricognitore e mezzo da soccorso, dalla Regia
Aeronautica, Regia Marina, Aeronautica Cobelligerante Italiana, Aeronautica Nazionale Repubblicana e dalla Luftwaffe
. La versione militare si rivelò uno dei migliori idrovolanti mai costruiti e, nonostante avesse la struttura in legno, era in grado di operare anche in condizioni atmosferiche proibitive (con vento a forza 5). La Polonia ricevette un esemplare tre giorni prima dell'invasione tedesca. Alcuni esemplari da salvataggio in mare restarono in servizio fino al 1959.
Il
CANT Z.1007 Alcione era un bombardiere medio trimotore ad ala bassa realizzato dalla divisione aeronautica dell'azienda italiana Cantieri Riuniti dell'Adriatico negli anni trenta.
Disegnato dall'ingegner Filippo Zappata, capo progettista dell'azienda ed autore di numerosi velivoli come ad esempio il CANT Z.506
era caratterizzato dalla struttura lignea, "eccellenti qualità di volo e buona stabilità"
ed è
considerato da molti come il "miglior bombardiere italiano della seconda guerra mondiale", benché la sua struttura in legno poteva essere facilmente danneggiata da condizioni climatiche estreme, come quelle incontrate in Nordafrica ed in Unione Sovietica.
Il Fiat C.R.20 era un biplano da caccia italiano impiegato a cavallo degli anni venti e trenta. Il principale utilizzatore fu la Regia Aeronautica, che lo impiegò anche durante la guerra d'Etiopia, ma trovò un discreto successo nell'esportazione, venendo impiegati tra le altre dalle aeronautiche ungherese, austriaca, paraguayana e lituana.
Il Caproni Ca.133 era un trimotore multiruolo prodotto dall’azienda italiana Aeronautica Caproni negli anni trenta, impiegato in servizio civile nella compagnia aerea Ala Littoria, e nelle versioni belliche principalmente come aereo da trasporto, bombardamento e collegamento.
Aereo coloniale italiano di riferimento la "Caprona", così soprannominato affettuosamente dai suoi equipaggi, venne impiegato sia durante la guerra d'Etiopia che nella Seconda guerra mondiale. Benché le sue caratteristiche e la sua bassa velocità massima lo rendessero vulnerabile per le esigenze di una guerra moderna, venne utilizzato con buoni profitti nel teatro dell'Africa Orientale Italiana ed al seguito dei reparti di caccia in Unione Sovietica e sui Balcani.
Sul retro: " Si passa il mare: la DISPERATA in volo all'alba del 3 Ottobre 1935".
Il riferimento è alla squadriglia "La disperata" che operò nell' Africa Orientale Italiana
Il
Fiat B.R.20 "Cicogna" era un bombardiere bimotore ad ala bassa sviluppato dall'azienda italiana Fiat Aviazione negli anni trenta, introdotto nel 1936 e rimasto in servizio fino alla fine della seconda guerra
mondiale.
Al momento della sua introduzione fu l'unico bombardiere costruito interamente in metallo in Italia ed uno dei più moderni velivoli al mondo della sua categoria. Ebbe il suo battesimo del fuoco nel 1937, con le insegne dell'Aviazione Legionaria, nella guerra civile spagnola, durante la quale costituì la spina dorsale delle operazioni di bombardamento dei Nazionalisti insieme al tedesco Heinkel He 111. Venne in seguito impiegato con successo dall'aviazione dell'esercito giapponese, durante la Seconda Guerra Sino-giapponese. Quando l'Italia entrò in guerra, nel giugno 1940, i B.R.20 erano i bombardieri medi tipo della Regia Aeronautica, ma il loro progetto iniziava già a mostrare il peso degli anni. Dal 1942, vennero impiegati soprattutto per perlustrazioni marittime e per l'addestramento degli equipaggi dei bombardieri. Ne vennero prodotti più di 500 entro la fine della guerra.
Il
Macchi M.C.200 "Saetta" era un aereo da caccia monomotore ad ala bassa sviluppato dall'azienda aeronautica italiana Aeronautica Macchi negli anni trenta. Fece il primo volo il 24 dicembre 1937
ed entrò in linea nel 1939. Seppure equipaggiato con un motore poco potente ed armato con soltanto una coppia di mitragliatrici, anche se di calibro 12,7 mm, il disegno del "Saetta" era molto valido.
Il Macchi M.C.200 non aveva particolari difetti ed era dotato di ottime capacità per il combattimento ravvicinato.
Infatti, la sua maneggevolezza era eccellente e la stabilità nelle picchiate ad alta velocità, eccezionale.
Poteva così duellare con i migliori caccia alleati ed uscirne imbattuto. Soltanto il Supermarine Spitfire poteva superarlo, in cabrata.
Dall'entrata in guerra dell'Italia, il 10 giugno 1940, all'armistizio del 1943, il
Saetta svolse più missioni operative di qualunque altro aereo italiano. Con le insegne della Regia Aeronautica, operò su quasi tutti i fronti della seconda guerra mondiale, dal Mar Mediterraneo, all'Africa, ai Balcani. Un Gruppo Autonomo operò in Russia dove ottenne l'eccellente rapporto abbattimenti/perdite di 88 a 15
La cartolina si riferisce alla battaglia aereonavale nel mediterraneo orientale nell'agosto del 1940.
La curiosità è in alto a destra dove sono rappresentate le due torri di Bologna con un tipico intercalare del dialetto bolognese: Sòcc'mel che viene rappresentato con Soc 1000.